François de Nomé
Architetture fantastiche, 1620-1625
Olio su tela
36x64 cm
Stato di conservazione. Supporto: 60% (rintelo, telaio sostituito)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
36x64 cm
Stato di conservazione. Supporto: 60% (rintelo, telaio sostituito)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
François de Nomé da Metz si stabilì a Napoli, dove probabilmente lavorò nella stessa bottega del vedutista Didier Barra. Nel XVIII secolo, questi due pittori vennero raggruppati sotto il nome di 'Monsù Desiderio'. Si sa ora che le due personalità erano ben distinte.
Avvicinato da Vittorio De Bonis alla mano del De Nomé e attribuito all'artista anche nelle ricerche svolte dalla Soprintendenza di Messina, con datazione tra il 1620 ed il 1640, questo paesaggio fantastico è da noi considerato autografo, con datazione intorno al 1620-1625, per lo stretto confronto di impostazione e di dettagli esecutivi con opere certe, quale, per esempio, il "Sant'Agostino e il Bambino in un paesaggio con rovine di fantasia", oggi conservato alla National Gallery, Londra: analoga la struttura degli edifici a destra (più rovinisticamente accentuati nel dipinto in asta), e sorprendentemente quasi identico il gruppo delle due figure in podio.
Avvicinato da Vittorio De Bonis alla mano del De Nomé e attribuito all'artista anche nelle ricerche svolte dalla Soprintendenza di Messina, con datazione tra il 1620 ed il 1640, questo paesaggio fantastico è da noi considerato autografo, con datazione intorno al 1620-1625, per lo stretto confronto di impostazione e di dettagli esecutivi con opere certe, quale, per esempio, il "Sant'Agostino e il Bambino in un paesaggio con rovine di fantasia", oggi conservato alla National Gallery, Londra: analoga la struttura degli edifici a destra (più rovinisticamente accentuati nel dipinto in asta), e sorprendentemente quasi identico il gruppo delle due figure in podio.
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